Le mura fortificate dell'Acropoli di Sabiona.

Cenni storici.
      Sabiona è uno dei più antichi monumenti dell’Alto Adige: le sue origini si confondono tra leggenda e storia. La dominante posizione naturale indusse gli antichissimi abitatori della zona, gli Isarchi, ad erigervi un baluardo difensivo ed a venerarlo come un autentico Monte Sacro che corrispondeva appunto alla parola “Sebona”.
     Nel 220 a.C., il re pagano Arostago fortificò la posizione al fine di opporre una valida resistenza all’attacco dei Romani. Nel 14 a.C., a seguito della conquista da parte di Druso e della costituzione della provincia Rezia, Sabiona divenne una stazione romana volta a proteggere il sottostante passaggio stradale obbligato.
Dal terzo secolo d.C. in poi, le vicende di Sabiona furono strettamente legate alla storia della Chiesa cattolica e possono essere così sintetizzate:
- nel terzo secolo d.C., S. Cassiano, martire delle persecuzioni condotte dall’imperatore Diocleziano, fu imprigionato nella tetra torre che ha preso il suo nome ;
- stazione missionaria per la conversione delle popolazioni locali fino al 381, anno in cui Sabiona venne assegnata al Patriarcato di Aquileia.
- sede vescovile fino al trasferimento della Diocesi di Sabiona a Bressanone (967 d.C.);
- sede del Burgraviato principevescovile dal 1028 al 1535, anno in cui un fulmine colpì il palazzo e gli attigui edifici determinando l’abbandono dell’intero complesso per oltre un secolo;
- costruzione, nel 1668, della nuova Chiesa della Vergine ad opera del Principevescovo Sigismondo Alfonso dei Conti von Thun;
- sede dell’Abbazia di suore benedettine dal 1699. La vita conventuale, interrotta ad opera delle truppe napoleoniche per circa 80 anni, riprese, in modo regolare, nel 1882 e perdura tuttora.
I manufatti fortificati.
   Il documento che ci può dare l’idea di come doveva essere poderoso il complesso fortificato di Sabiona è il disegno del Padre Christoph Jager, elaborato nel 1686, esso rappresenta l’acropoli all’epoca della sua massima efficienza, cioè, dopo la ricostruzione condotta dal decano di Chiusa, Mons. Matteo von Janner, e la fondazione del convento delle Benedettine.



   Sul finire dello stesso secolo, l’amministrazione abbaziale dispose vari lavori di ampliamento che determinarono la quasi completa spoliazione delle storiche vestigia: sparirono gran parte delle torri difensive e delle mura perimetrali che vennero demolite onde poter erigere, più all’interno, un nuovo muraglione dotato di merlatura guelfa. Ciò che resta oggi del formidabile sistema difensivo si riduce a:
— Baluardo inferiore (sud) comprendente la Torre dei Signori (XIII secolo) e l’antico muro perimetrale con merlature ghibelline, che raccorda la Chiesa della Vergine e l’annessa Cappella delle Grazie alla fattoria. La Torre dei Signori, in origine, assolveva funzioni di guardia e di raccordo tra i camminamenti di ronda. In sede di erezione del convento, nella torre furono ricavati dei vani per alloggiare i sacerdoti e gli inservienti dell’Abbazia. Recentemente il lato nord della torre è stato rivestito con tavolati e travi di legno, in armonia con una tipica tecnica costruttiva locale.
Cinta muraria di ponente, si sviluppa sul versante del torrente Tinne per una lunghezza di circa 200 metri ed è costeggiata all’esterno dalla strada che sale fino al complesso conventuale. Il muraglione, eretto in sostituzione dell’originale antica cinta muraria all’inizio del XVIII secolo, è privo di camminamento di ronda a differenza di quello che costituisce il baluardo inferiore.
Torre di S. Cassiano, si erge sulla sommità della rupe a strapiombo sulla parete nord-est accanto alla Chiesa di S. Croce; è a pianta quadrata e domina il sottostante abitato di Chiusa con un dislivello di circa 200 metri. Sembra che il manufatto originario risalga all’epoca romana; la presenza di alcuni elementi architettonici in stile gotico farebbe presumere comunque che la torre sia stata eretta tra il XIII ed il XIV secolo.
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