La Chiusa di Haslach.
DESCRIZIONE.
     Le chiuse di sbarramento dei traffici, avevano, in relazione alla posizione geografica, funzione di ordine strategico, politico, economico, fiscale e anche sanitario. Fra queste, la chiusa di Rio di Pusteria (Haslach), assieme a quella similare di Lienz, ormai distrutta, sono da considerarsi tra le più formidabili ed imponenti del loro tempo.
     Da alcune illustrazioni risalenti ai primi decenni del secolo scorso si può rilevare che la chiusa era munita di torri cilindriche poste agli angoli e collegate fra loro da un massiccio muro difensivo su cui si svolgeva il cammino di ronda. Al centro, sotto due torri quadrangolari, vi era praticato il passaggio stradale. A sinistra, oltre ad una torre cilindrica e ad una semincorporata nei fabbricati destinati agli alloggi, vi era una cappella gentilizia ed un portale che dava ad un ponte gettato sulla Rienza. Tutti i manufatti sono stati eretti con blocchi di pietra squadrata. Weingartner ritiene che, anticamente, il manufatto si estendesse fino alla riva opposta. Ritrovamenti di resti di opere murarie, ed alcuni documenti confermerebbero tale ipotesi. Una credenza popolare vuole che la fortificazione fosse stata anticamente collegata da una galleria sotterranea con l’Ossario della chiesa di Maranza. Sulla parete frontale, venendo dalla Pusteria. si rilevano ancora tracce di un affresco del XIV secolo, che reca gli stemmi dei conti del Tirolo e degli Asburgo.

CENNI STORICI
      Attorno all’anno Mille, la zona segnava il confine tra le contee del Noritale e della Pusteria. È accertato che la primitiva stazione doganale di Haslach è stata edificata dai Signori di Rodendo, nel corso del XII secolo, per assicurasi una maggiore tranquillità e per poter esigere i pedaggi ed i diritti doganali sul traffico delle merci che transitavano su questa importante arteria stradale. Ceduta successivamente ai conti del Tirolo, il 4marzo 1271, la chiusa venne indicata come il confine definitivo tra la contea del Tirolo di Mainardo Il e quella di Gorizia di suo fratello Alberto. Con l’estinzione del casato tirolese, avvenuta nel 1363, la chiusa, divenuta un feudo degli Asburgo, finì anche la sua preminente funzione strategica di fortificazione confinaria. Nel XV secolo, sotto il governo dell’arciduca Sigismondo il Danaroso, la chiusa fu notevolmente ampliata e trasformata. Risale ad allora la posa in opera di un massiccio blocco granitico, noto come «Pietra araldica»(cm. 71 di altezza, m. 1,30 di larghezza massima ed un diametro di m. 1,12). La parte esterna riporta sei scudi con emblemi araldici e simboli vari. Nella fascia laterale superiore, al di sopra degli stemmi d’Austria e del Tirolo, è stata decifrata la frase «Deux Sigmund Austriae» e l’indicazione dell’anno 1477.
   Le corrosioni del tempo ne rendono ormai impossibile la lettura. Secondo lo storico K. Fischnaller questa pietra sarebbe servita da «Banco dei pagamenti» su cui venivano posate le sonanti monete dovute a pagamento dei diritti di pedaggio e dei dazi sulle merci che si trafficavano da e per l’Austria orientale e la Repubblica di Venezia. Questo monolito, che fino a pochi anni fa era collocato in una aiuola angolare della parrocchia di Rio Punteria, è stato recentemente posizionato nel punto ove si presume che assolvesse alla sua funzione originaria.
    Fra i fatti più salienti della Storia che coinvolse il manufatto si ricorda:
— l’assalto, respinto, effettuato da un migliaio di contadini ribelli, capitanati da Michele Gaißmair nel 1526 allo scopo di impadronirsi delle armi custodite dentro il manufatto;
— Lo scontro avvenuto l’8 novembre 1809 tra i patrioti tirolesi, capeggiati da Peter Mayr, e le truppe francesi del Generale Rusca;
— L’occupazione, da parte di una compagnia di cacciatori del generale Fenner, nel quadro di una azione di rastrellamento di truppe avversarie, avvenuta il 7 ottobre 1813.
   Con la costruzione della ferrovia, inaugurata nel 1871, fu sacrificata la seconda torre cilindrica superiore, al posto della quale fu eretto un casello ferroviario, il muro di cinta, interrotto dalla strada ferrata, prosegue poi ancora a monte per circa 150 metri.
   Fino a pochi anni fa, il complesso architettonico era ri¬dotto ad un nucleo i ruderi abbastanza consistente, a cavaliere della strada statale della Pusteria, i recenti restauri hanno ripristinato, in parte, la struttura originaria, mentre la nuova variante della strada statale, che si snoda a sud del manufatto, ne consente una agevole contemplazione.
   La documentazione fotografica è stata realizzata nel 1987 dallo scrivente ed è stata utilizzata per illustrare il calendario del 1990 edito dal Comando Brigata Alpina Tridentina.
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