Evidente,
nei pochi esempi sopra riportati, il rapporto stretto e simbiotico
<Poesia-Fotografia>, le altre discipline figurative qui non c’entrano.
Forse è stata proprio la fotografia con il suo potere di parzializzazione, di
segmentazione della realtà visibile, ad indicare ai poeti un linguaggio di
sintesi. O forse sono le inquietudini ed i turbamenti dei poeti del primo ‘900
a suggerire ai fotografi l’analisi del frammento, ad impartire loro una lezione
sul come coniugare favola e memoria e ad organizzare la sintassi figurale che
lega l’universo dei segni a quello
delle idee.
Poeti
e fotografi, gli uni con l’economia delle parole, gli altri con l’economia dei
segni, hanno scoperto come comunicare l’ineffabile e
rendere visibile l’invisibile.
Gli
uni e gli altri, nella stessa stagione, hanno acquisito la consapevolezza che
il troppo descrivere mortifica l’intuito ed arresta la fantasia.
Alla
luce di questa dimensione dell’indefinito e del particolare da riflessione
intima, leggiamo le fotografie dei fotografi che hanno scelto di rappresentare le armoniche linee del corpo femminile e, quindi,
sembrano avere scelto, quale partner lirico, Vincenzo Cardarelli: